Dopo l’evasione, gli incidenti e le aggressioni, nessuno si è messo avanti per trovare una soluzione. Eppure in campagna elettorale il sottosegretario Delmastro venne e promise assunzioni di personale
TERAMO – Nonostante la rocambolesca fuga da film del detenuto albanese, nonostante i tentativi di appiccare il fuoco alle celle e le ripetute aggressioni ai danni di agenti di polizia penitenziaria, della drammatica situazione del carcere di Castrogno sembra non interessare a nessuno. Spenti i riflettori mediatici nazionali, che hanno sbattuto in prima pagina l’evasione dal penitenziario teramano, tutto è finito nel’oblìo.
Eppure, proprio di recente, in campagna elettorale, Castrogno era stata meta addirittura del sottosegretario all giustizia Andrea Delmastro, che non esitò, al termine della sua visita istituzional-elettorale, ad annunciare interventi, in particolare assunzioni di personale, cosa puntualmente poi non verificatasi. Ed è questo particolare che fa riferimento il sindaco Gianguido D’Alberto, che si trova a scrivere, a pochi mesi dalla prima – era il 23 febbraio scorso -, una seconda lettera al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per denunciare lo stato di gravità in cui versa il carcere cittadino. D’Alberto è preoccupato perchè “è sempre più difficile garantire i livelli minimi di sicurezza così come l’assolvimento dei doveri istituzionali. Di fatto – scrive il sindaco di Teramo – quella che giornalmente si vive al carcere di Castrogno è una costante violazione dei diritti, sia dei detenuti che del personale di polizia penitenziaria. E questo nonostante l’abnegazione degli agenti, che tra mille difficoltà cercano di arginare una situazione diventata ormai esplosiva”.
Il Sindaco fa anche appello alla vocazione del nostro territorio: “una vera e propria Cittadella del Diritto che ospita sul proprio territorio, il Tribunale, la Facoltà di Giurisprudenza d’Abruzzo, un Ateneo che del Diritto ha fatto la propria vocazione istituendo anche una Scuola di Giustizia e Legalità, e non ultimo il carcere, da sempre penalizzato rispetto ad altri istituti. Presidi che vanno tutelati e valorizzati”.
Quindi le richieste concrete: la redistribuzione dei detenuti in altri istituti al fine di evitare il sovraffollamento, un intervento sulla Asl e sulla Regione per il potenziamento del servizio di medicina penitenziaria e in particolare del servizio di psichiatria, il potenziamento del numero di psicologi e l’inserimento di una figura come quella del mediatore culturale.
“In qualità di Sindaco di questa città, (…) a fronte del continuo disinteresse che continuo a registrare nei confronti del nostro carcere, non posso che tornare a sollecitare un Suo immediato intervento – scrive D’Alberto a Nordio -. Le chiedo con forza, rappresentando tutta la comunità penitenziaria del nostro territorio, di intervenire senza più indugi per affrontare la situazione, nella consapevolezza che l’assenza di interventi risolutivi accentuerebbe lo stato, già oggi insostenibile, di tensione”.